Gen 212021

FILOSOFIA E SCIENZA: UN DIFFICILE CONNUBIO

FILOSOFIA E SCIENZA: UN DIFFICILE CONNUBIO

La ricerca della felicità non è fine a se stessa o tanto meno un progetto individuale. Partendo da un cambiamento capace di creare in ciascuno di noi quell’equilibrio mentale che sta alla base della felicità, segna anche un cambiamento a livello mondiale. Per questo sono solito dichiarare che bisogna cambiare noi stessi per cambiare il mondo. Lo stesso Mahatma Gandhi affermava che “un mondo migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso”. 

I filosofi sono la categoria di persone che più degli altri si sono impegnati a insegnarlo fin dall’antichità. Alcuni lo hanno fatto con particolare impegno e chiarezza come Epicuro e Lucrezio, suo seguace romano ma l’elenco è lungo tanto che è impossibile citarli tutti. I poteri di qualsiasi colore hanno osteggiato con accanimento i filosofi che parlavano di rivoluzioni etiche per migliorare le condizioni del mondo. Basti pensare alla fine tragica di tanti di loro, a cominciare da quella di Socrate, di Gesù, di Cicerone e forse dello stesso Lucrezio per nominare solo alcuni dei più famosi. Talvolta invece i filosofi sono stati utilizzati dai potenti per giustificare il loro potere, estrapolandone con disinvoltura le  affermazioni. Questo avvenne sicuramente con lo stoicismo da parte dei greci e dei romani e con le teorie di Nietzsche da parte del regime nazista. Altri filosofi si sono impegnati fino a diventare i portatori di visioni religiose e proclamati divini da milioni di esseri umani. Basti pensare a Buddha, Zarathustra, Gesù e Maometto.

Il  filosofo e psichiatra tedesco Karl Jaspers (1883-1969), nella sua opera Vom Ursprung und Ziel der Geschichte (it. Origine e senso della storia) pubblicata nel 1949, individua un periodo assiale compreso tra l’800 a.C. e il 200 a.C. in cui un po’ dappertutto nel mondo di allora, India, Cina, Palestina, Iran e Grecia si realizza una rottura epocale in cui si dissolvono le civiltà precedenti. Secondo Jaspers “in questo periodo si concentrano i fatti più straordinari. In India apparvero le Upaniṣad, vissero Buddha e Mahavira, il profeta indiano ispiratore del Giainismo. In Cina Confucio, Lǎozǐ, Mòzǐ, Zhuāng Zǐ, Lìe Yǔkòu e innumerevoli altri esplorarono tutte le possibilità filosofiche, dallo scetticismo al materialismo, dalla sofistica al nihilismo. In Iran Zarathustra divulgò l’innovativa visione del mondo come lotta fra bene e male. In Palestina fecero la loro apparizione i profeti, da Elia a Isaia e Geremia. La Grecia diede vita ad Omero, ai filosofi Parmenide, Eraclito, Socrate, Platone, Aristotele e ai poeti tragici Tucidide e Archimede. Tutto ciò che tali filosofi raccontavano prese forma in pochi secoli quasi contemporaneamente in Cina, in India e nell’Occidente, senza che alcuna di queste regioni sapesse delle altre. Secondo Jaspers il periodo assiale ha dato origine alla filosofia come disciplina e ad una nuova e rivoluzionaria visione religiosa. Scompare  l’immagine del re divino che presiede e regge le cose mondo, mentre si fanno progressivamente largo figure di intermediari che consentono a tutti gli esseri umani di mettersi in contatto diretto e personale con le divinità. È stata definita come fase assiale, poiché ha segnato il punto centrale di rinnovamento spirituale. È lì che si trova la più netta linea di demarcazione della vicenda umana. È lì che nasce l’uomo moderno così come lo conosciamo. La novità di quest’epoca è che l’uomo prende coscienza dell’Essere nella sua interezza, dei suoi limiti ma anche delle sue potenzialità. Diventa consapevole della violenza del mondo e della sua voglia di superarla. Di fronte all’abisso anela alla liberazione e alla redenzione e per questo si pone domande nuove e radicali. Comprende coscientemente i suoi limiti ma si propone gli obiettivi più alti di miglioramento. La coscienza diviene ancora una volta maggiormente consapevole di se stessa e il pensiero si sviluppa ulteriormente. Dunque, secondo Jaspers, da quel periodo quasi contemporaneamente nel “Vecchio Mondo”, nell’Asia meridionale (India) e nell’Asia orientale (Cina) si elaborarono quelle concezioni da cui si mosse il nuovo pensiero filosofico, la fine dei racconti mitici sostituiti dai principi morali e dalle dottrine religiose e spirituali, l’avvio della ricerca delle cause naturali dei fenomeni fisici. Con questo asse si offrì per la prima volta qualcosa di comune all’intera umanità con cui fu possibile rappresentare l’unità della storia umana. Purtroppo la situazione mentale degli esseri umani era già notevolmente compromessa. A cominciare da circa 28000 anni fa l’uomo si era trasformato in un essere aggressivo perché mentalmente ammalato per false visioni che lo avevano allontanato dalle leggi della natura. Per questo la rivoluzione assiale non è bastata per riportare gli esseri umani nella normalità. Anzi nel tempo la situazione è andata notevolmente peggiorando e la gravità della situazione attuale è evidente: violenze private e di gruppo, guerre, fame e sconvolgimento dell’ambiente. Concordo con il grande psichiatra Basaglia quando affermava che “visto da vicino nessuno è normale” per indicare che praticamente nessuno è esente dal contagio. Se è vero quello che diceva Basaglia, allora davvero tutti, chi più e chi meno, dovremmo essere interessati a realizzare un cambiamento interiore.

Jaspers, sempre nello Ursprung und Ziel der Geschichte, ritiene che l’umanità possa preparare un secondo periodo assiale se supererà il rischio dell’autodistruzione determinato dall’assenza di controllo della scienza e delle tecnologie per la mancanza di visioni etiche della vita. Il senso di ‘vuoto’ proprio della cultura contemporanea si oppone alla pienezza del precedente periodo assiale ma prefigura l’arrivo del successivo in cui l’intera umanità sarà unita nel processo di umanizzazione che attualizzerà pienamente l’essere uomini.

Concordo con la visione di Jaspers su un secondo periodo assiale. Molti eventi contribuiscono ad ipotizzarla come una possibilità davvero reale. I filosofi ne sono ancora una volta protagonisti. Si tratta di una nuova classe di filosofi, i neurofilosofi alla quale io appartengo. Il termine neurofilosofia è stato utilizzato per la prima volta nel 1986 da Patricia Churchland, filosofa canadese-americana, che lavora dal 1984 presso l’Università della California di San Diego. Si tratta dello studio filosofico della mente partendo dalle funzioni mentali e delle loro relazioni con il cervello, il corpo e il mondo. La  neurofilosofia tenta di stabilire un rapporto tra le neuroscienze e la filosofia, con il duplice scopo di rendere più precise le risposte alle domande fondamentali della speculazione filosofica, avvalendosi delle scoperte neuroscientifiche e nello stesso tempo fornire alle indagini scientifiche sulla mente strumenti speculativi più precisi. In questo ambito la neurofilosofia non vuole essere una nuova dottrina che annulla tutta la tradizione filosofica orientale e occidentale, quanto una disciplina che rivoluziona le basi della sua ricerca sulla felicità è il miglioramento delle sorti del mondo intero. Fu ancora un filosofo a comprendere per primo la necessità della conoscenza della struttura e del funzionamento della mente: Yuddu Krishnamurti. Il grande filosofo indiano affermava (Di fronte alla vita, Ubaldini Editore, Roma, 1969) che “c’è una rivoluzione che tutti dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all’angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo precipitati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie ma da una radicale trasformazione della nostra mente. Tanta diffusa aggressività, egoismo e violenza, obiettivamente presenti nelle nostre società, impediscono agli esseri umani di operare insieme in maniera corretta. Hanno le radici nel disordine mentale in cui viviamo. Il fatto di essere ignoranti sulla natura generale dei nostri processi di pensiero impedisce a tutti noi una reale crescita spirituale”.

 Krishnamurti è stato il primo che ha fornito una chiave capace di  risolvere un problema antico. Tutti i grandi filosofi del passato ci hanno indicato cosa rende l’uomo saggio e il mondo migliore ma nessuno ha fornito un metodo capace di realizzarlo. Non sono stati neppure i grandi messaggi d’amore di uomini come Buddha, Gesù o Maometto a migliorare il mondo. Se egoismo, aggressività e violenze intorno a noi non sono certo diminuite, una ragione ci deve pur essere. Non è possibile infatti che consigli, doveri, principi e comandamenti possano generare negli esseri umani una reale crescita spirituale se non si è a conoscenza di un metodo valido per farli attecchire stabilmente nella loro mente. La mancanza di conoscenza di come funziona la nostra psiche e di come si svolgono i processi di pensiero ha impedito fino ad ogni di mettere in atto un metodo capace di ricreare negli esseri umani un equilibrio mentale capace di far loro raggiungere la felicità.

I recenti eventi drammatici legati alla comparsa di un coronavirus particolarmente aggressivo in gran parte del mondo potrebbero offrirci un ulteriore contributo al un possibile cambiamento. L’ecosistema naturale sconvolto dalle società capitaliste che nella loro errata visione economica esasperano il consumo di materie prime, non solo impoveriscono il mondo e aumentano enormemente la formazione di CO2, ma stanno anche distruggendo l’habitat naturale di migliaia di esseri umani. La conseguenza terribile è la comparsa di nuove generazioni di virus agguerriti e distruttivi. Gli uomini se ne stanno accorgendo e alla fine sicuramente capiranno che non saranno i provvedimenti di lockdown vari e le vaccinazioni a salvarsi. Occorrono cambiamenti etici a livello mondiale. La grande quantità di strumenti mediatici é la grande novità che permette alla gente come me di fare conoscere la possibilità reale di cambiamento alla maggior parte possibile di persone. Da questo può nascere in molti una sincera voglia di impegnarsi a creare una realtà nuova maggiormente in sintonia con la natura e capace di dare un vero senso alla vita di tutti. In sintesi sono convinto che la grande rivoluzione delle scoperte nel campo della neurobiologia, la comparsa dei neurofilosofi, la presa di coscienza della pericolosità delle scelte politiche ed economiche attuali anche alla luce delle recenti pandemie e infine la diffusione dell’utilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione rappresentano le basi per la nascita di un nuovo periodo assiale. Scomparirà l’Homo Sapiens primitivo, aggressivo e irrispettoso dei suoi simili e della natura e nascerà una nuova specie umana, l’Homo Ethicus che geneticamente nel giro di alcune generazioni potrebbe rimpiazzarlo completamente. Non più egoismo e competizione ma comprensione, rispetto e solidarietà saranno le basi etiche di questa nuova società. Si tratta di un progetto ambizioso di cambiamento sociale, politico ed economico e solo chi lo perseguirà con determinazione e impegno contribuirà alla sua realizzazione. Il mio compito è stato quello di creare un metodo capace di premettere il cambiamento individuale che come affermava Mahatma Gandhi è necessario affinché possa iniziare a realizzarsi il sogno di un mondo migliore. Ho raccolto nel mio ultimo saggio intitolato “PSICHE” tutto il materiale utile per affrontare tale cambiamento e ho fondato la Scuola di Scienza della Felicità per chi volesse realizzarlo in maniera più completa insieme a me.